Cosa si intende per economia circolare

Cosa si intende per economia circolare
In Sostenibilità Aziendale

Le Istituzioni lavorano già da tempo per realizzare un’economia non lineare, che ci renda più concorrenziali, meno dipendenti dalle materie prime e più ecologici. 

In un lasso di tempo relativamente breve l’ecologia, da sensibilità o istanza politica, è diventata una realtà economica e un processo di produzione che si sostanzia in questo binomio: “Economia circolare”. Vedremo di seguito quali sono storia e definizione dell’economia circolare e come vi si colloca il settore della carta. 

Storia del concetto di Economia circolare  

Come già detto, l’Economia circolare afferisce all’ecologia, ma la prima è un progetto concreto che sorge dal sistema valoriale della seconda. In sé l’ecologia ha antenati abbastanza lontani, che possono trovare una prima interpretazione politica agli inizi del secolo XX, nel naturismo dei Wandervogel tedeschi. Ancor prima, nella seconda metà del secolo XIX, fu il biologo tedesco a coniare il termine “ecologia”, dandogli una valenza esclusivamente scientifica. Bisogna attendere due guerre mondiali e altrettanti dopoguerra per arrivare nel 1966 a una visione economica, con il “The Economics of the Coming Spaceship Earth” di Kenneth Boulding. 

Pochi anni dopo l’ambientalista Barry Commoner introduce il concetto di “cerchio” riferito all’economia. Nel frattempo la Commissione Europea accoglie ed elabora rapporti economici e scientifici sul tema. Nel 2002 William McDonough e Michael Braungart propongono un’analogia tra i processi industriali e quelli naturali, caratterizzati per l’appunto dalla circolarità. 

Il terreno è pronto e nel 2009 nasce la Ellen MacArthur Foundation, che fa capo all’omonima skipper Ellen MacArthur. La Fondazione raccoglie dati, effettua studi, elabora proposte e formula per l’appunto la definizione di “Economia circolare”. 

Definizione di Economia circolare 

Secondo la Ellen MacArthur Foundation si definisce Economia circolare “un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”. 

Come giustamente sottolineato dalla ricerca promossa dal Comieco per il Forum per la finanza sostenibile (link), l’“Economia circolare non è un modello di gestione dei rifiuti, bensì un ripensamento dei tradizionali processi industriali”. Vale a dire che la corretta gestione dei rifiuti è uno dei “momenti” che caratterizzano la circolarità, ma l’economia così concepita non si esaurisce nel riciclo. 

Se non è circolare, allora è lineare 

L’aggettivazione di questa economia – per l’appunto “circolare” – definisce anche l’alternativa a cui si “oppone”, ossia l’economia lineare. Questo modello, seguito da tutti i paesi e oggi ritenuto non sostenibile, si basa su 5 fasi:  

  1. Estrazione delle materie prime; 
  1. Produzione; 
  1. Distribuzione; 
  1. Consumo; 
  1. Rifiuti, raccolti in discariche e/o inceneriti. 

Questo sistema è ritenuto oggi largamente insostenibile per scarsità di materie prime e per l’impatto ambientale.  

Principi base 

I princìpi base dell’economia circolare, così come formulati dalla “Ellen MacArthur Foundation” sono: 

  1. Eco-progettazione. Concepire i prodotti (compresi gli imballaggi) nell’ottica della durata e del loro ciclo di vita. Pertanto prediligere ciò che è riparabile, duraturo e riciclabile. 
  1. Versatilità. Dare priorità a prodotti fabbricati per essere modulari e recuperabili nei singoli componenti. 
  1. Energie rinnovabili. Ridurre l’uso di energia ricavata da fonti fossili. 
  1. Approccio ecosistemico. Avere consapevolezza dell’intero sistema di produzione e tenere in considerazione il rapporto tra le diverse componenti. 
  1. Recupero dei materiali. Favorire il riciclo e ridurre il ricorso a materie prime vergini. 

Vantaggi dell’Economia circolare 

L’Economia circolare comporta vantaggi ambientali, sociali ed economici. La produzione dei gas serra, grazie al riciclo e, soprattutto, alle energie rinnovabili, può ridursi drasticamente. La qualità stessa della vita del cittadino ne beneficerebbe e un’etica costruita a tale scopo aiuterebbe a concepire il “Noi” al di là dell’individuo.  

Da un punto di vista economico, il vincolo delle materie prime – di cui ad esempio l’Italia scarseggia – sarebbe minore. Creare prodotti duraturi e riciclabili, infine, accresce la competitività delle economie nazionali. 

La carta nell’Economia circolare 

Come detto, l’Economia circolare non è solo questione di recupero delle materie, ma è l’impegno a pensare tutto il ciclo produttivo affinché si possano: 

  1. Ridurre gli sprechi; 
  1. Allungare la vita dei prodotti; 
  1. Riciclare e rigenerare.  

L’industria della cellulosa parte avvantaggiata rispetto a materie alternative in quanto di origine vegetale, biodegradabile e riciclabile. L’Italia, in particolare, è un paese che eccelle nel riciclo della carta ed è secondo solo alla Germania: “Nel corso del 2018 – riporta il Comieco nel rapporto per il Forum per la finanza sostenibile – sono state 4,9 milioni le tonnellate di imballaggi cellulosici immessi al consumo, con una percentuale di riciclo dell’81%”. 

Esistono comunque delle criticità per l’economia circolare in generale e per la carta in particolare. Basti pensare a una delle tante conseguenze – oltre a quelle di crescita – dovute alla pandemia da CoViD-19: il crollo dei prezzi del greggio. La forte deflazione potrebbe ritardare il ricorso a fonti di energia rinnovabili, come ridurre il costo di produzione della plastica. O, ancora, l’impiego persistente di prodotti difficilmente riciclabili perché non divisibili dal consumatore nei singoli elementi, immettono sul mercato (e nelle discariche) beni non recuperabili. Ad esempio l’uso dei poliaccoppiati rappresenta un problema nel packaging alimentare

Per questo motivo – come precisa ancora una volta il Comieco –  gli imballaggi del futuro dovranno essere: 

  • Monomaterici; 
  • Aumentare l’effetto barriera; 
  • Permettere di monitorare il percorso di vita dell’imballaggio (attraverso, ad esempio, la stampa dell’etichetta); 
  • Sostenibili. 

L’industria della cellulosa è già pronta per la sfida del domani. 

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