Crisi degli agricoltori in Italia: i risvolti economici e industriali

Crisi degli agricoltori in Italia: i risvolti economici e industriali
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Il settore agricolo italiano sta affrontando sfide significative per adottare pratiche ecologiche ed economicamente sostenibili, ma occorre fare i conti con il malcontento degli agricoltori, l’urgenza della transizione climatica e una gestione complessa a livello europeo.

Crisi degli agricoltori in Italia: i risvolti economici e industriali. Le proteste degli agricoltori si sono diffuse in diversi Paesi europei, dalla Francia all’Italia, con motivazioni che includono la diminuzione dei sussidi dell’UE e la percezione di restrizioni eccessive. Andiamo a scoprire tutti i dettagli nel resto dell’articolo.

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Cosa sta accadendo all’agricoltura in Italia

Tra il 2005 e il 2020, in Europa sono scomparse 5,3 milioni di aziende agricole, di cui quasi 600mila italiane. La pandemia, la guerra in Ucraina, l’inflazione e gli eventi climatici hanno ulteriormente complicato la situazione, con un aumento del 25% nei prezzi dei beni e servizi agricoli nel 2022.
Il dissenso nel settore agroalimentare è scaturito da misure per rendere più “green” la produzione alimentare, critiche alle politiche agricole restrittive dell’Unione Europea e alle regole che richiedono la messa a riposo dei terreni per preservare la biodiversità.
In Italia, il Comitato Agricoltori Traditi ha guidato la protesta contro le politiche agricole restrittive dell’UE e l’atteggiamento delle organizzazioni tradizionali del settore. Gli agricoltori lamentano la diminuzione dei redditi, tasse su mezzi inattivi e richiedono un dialogo urgente con il Parlamento.

Un modello agricolo insostenibile e inadeguato

Anche la Coalizione #CambiamoAgricoltura (coalizione nata nel 2017 per chiedere una riforma della PAC che tuteli tutti gli agricoltori, i cittadini e l’ambiente). critica le politiche agricole nazionali e comunitarie, sostenendo che abbiano creato un modello agricolo insostenibile e iniquo. Gli interessi delle filiere industriali hanno prevalso a scapito dei lavoratori agricoli, della salute umana e ambientale, e del benessere animale. Agricoltori e consumatori sono considerati gli anelli deboli della filiera, mentre i potenti attori industriali hanno aumentato profitti e influenza politica.
Le proteste agricole sono dirette verso il Green Deal europeo a causa delle sue implicazioni ambientali e delle presunte conseguenze negative sulla sostenibilità e la prosperità del settore agricolo. Il Green Deal europeo, infatti, viene accusato di causare la crisi del settore primario. Le deroghe agli impegni ambientali, come la riduzione dell’uso dei pesticidi e la conservazione della natura, compromettono gli obiettivi delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità 2030”. Il cambiamento climatico è identificato come una minaccia grave per l’agricoltura, con impatti diretti e indiretti sulla produzione, ambiente e sicurezza alimentare.
La Coalizione sostiene inoltre che il disagio degli agricoltori è causato da molteplici fattori, tra cui distribuzione iniqua degli aiuti, mancanza di supporto per il cambiamento del modello produttivo e conflitti di interesse nella riforma della Politica Agricola Comune. Si sottolinea la necessità di sussidi funzionali alla sostenibilità economica e alla crescita numerica delle aziende agricole, incoraggiando la transizione ecologica.

La conseguenza è una transizione agroecologica?

La maggioranza degli agricoltori, oppressi dagli attori dominanti della filiera, esprime crescente disagio e sfiducia nel sistema agroalimentare. Le proteste agricole, inizialmente orientate verso la tutela dell’ambiente, sono il risultato di molteplici motivi, inclusi problemi strutturali nella Politica Agricola Comune (PAC). Nonostante le regole agroambientali introdotte con scarso successo, la distribuzione iniqua degli aiuti persiste, premiando le grandi aziende a scapito delle piccole. Le corporazioni agricole, difendendo un sistema di pagamenti basato su titoli storici, favoriscono i grandi proprietari a discapito dei piccoli e medi agricoltori, portando alla chiusura di molte aziende. La retorica dell’agricoltore custode dell’ambiente non ha contribuito a comprendere l’evoluzione necessaria del ruolo sociale e ambientale dell’agricoltura.
Si propone così la necessità di una transizione agroecologica, sostenuta da sussidi pubblici funzionali alla sostenibilità economica e alla crescita numerica delle aziende. Le pratiche agroecologiche, come dimostrato dall’annata agraria 2023, possono garantire sia la tutela dell’ambiente che il reddito degli agricoltori. La Coalizione #CambiamoAgricoltura esorta gli attori chiave a evitare indebolimenti delle regole della PAC, evidenziando che tali azioni ostacoleranno la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente. Invita inoltre a un dibattito aperto sulle vere cause della crisi economica nel settore primario, indicando un sistema agroalimentare ingiusto che favorisce le grandi corporazioni a discapito dei piccoli produttori e dei consumatori.

Implicazioni economiche e industriali della crisi agricola

  • Disoccupazione: la crisi agricola ha un impatto diretto sull’occupazione nelle zone rurali, con molte famiglie che dipendono direttamente dal settore agricolo. La perdita di posti di lavoro ha conseguenze significative sul tessuto sociale ed economico delle comunità locali;
  • Diminuzione della produzione nazionale: che ha implicazioni a catena sull’approvvigionamento interno di alimenti, aumentando la dipendenza dall’importazione e influenzando l’autosufficienza alimentare del paese;
  • Riduzione del PIL agricolo: la crisi agricola contribuisce a una diminuzione del contributo del settore agricolo al Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano, influenzando negativamente l’economia nel suo complesso;
  • Impatto sulla filiera agroalimentare: la crisi degli agricoltori ha conseguenze significative lungo la filiera agroalimentare, coinvolgendo produttori, trasformatori e distributori. La fragilità della filiera può minare la sicurezza e la diversità dell’approvvigionamento alimentare.

La crisi degli agricoltori in Italia non è solo una sfida per il settore agricolo, ma un problema che impatta l’intera economia nazionale. Affrontare questa crisi richiede una collaborazione tra governo, industria e comunità locali per implementare soluzioni sostenibili e promuovere la rinascita di un settore agricolo forte e resiliente. Solo attraverso un impegno congiunto possiamo preservare la ricchezza agricola e industriale che ha caratterizzato l’Italia per generazioni.

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